“L’impero delle Luci” di Magritte: viaggio verso il record d’asta
“L’impero delle Luci” è sicuramente una delle opere più famose realizzate da René Magritte, a cui iniziò a lavorare nel 1948. In particolare, si tratta di una serie di 17 tele con il medesimo soggetto: una dimensione onirica che vede protagonista l’ossimoro per eccellenza composto dal contrasto tra notte e giorno. Una casa buia, oscura, illuminata solo dal fioco bagliore di un lampione in primo piano, che si staglia nera contro l’altra metà superiore della tela dove campeggia un cielo illuminato a giorno. Pertanto, con un unico sguardo, lo spettatore può vivere l’impressione sia della tranquillità possibilmente associata ad un cielo sereno carico di nuvole vaporose, sia della negatività e dell’inquietudine di cui è solitamente intrisa l’immagine dell’oscurità.
Ed è così che Magritte, dipingendo impeccabilmente e simultaneamente due idee, ricostruisce la dimensione del sogno omaggiando gli ideali surrealisti. Ed è proprio questo paesaggio fatto di elementi contrastanti, la forza di questa falsa realtà dipinta, che per l’artista trova significato in un’unica parola: “poesia”.

Essendo dunque un quadro pressoché noto in tutto il mondo, la cui iconografia è stata più volte ripresa in età moderna, come è avvenuto nel film cult de “L’Esorcista”, non stupisce il fatto che già le prime quotazioni sono delle cifre esorbitanti. Nello specifico, l’opera ad andare in asta il prossimo 2 marzo presso la sede londinese di Sotheby’s è stata realizzata da Magritte nel 1961 per la sua musa, Anne Marie Gillion Crowet, e fa parte sin dalla sua creazione della collezione privata della famiglia di Pierre Crowet.
Un’aura di elettrica esagitazione circonda questa attesa vendita. Difatti, se il banditore la aggiudicherà per ben oltre i risultati stimati, l’opera verrà consacrata come il quadro del ‘900 più costoso al mondo.
Alessia Manzionna
