«Tutte le cose sono scambio equivalente per il fuoco e il fuoco per tutte le cose». Queste le parole di Eraclito in apertura al catalogo della mostra in corso (22 aprile – 24 luglio), curata da Bruno Corà, presso la Fondazione Giorgio Cini all’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia e in collaborazione con Tornabuoni Art: On Fire.

Il fuoco ha sempre rivestito grande fascino per l’uomo, nella storia come nella mitologia, nei riti e negli usi. È stata la sua scoperta ad aver segnato una svolta nell’evoluzione umana; utile alla creazione e alla vita, ma anche distruttivo e terrificante, il fuoco è stato usato come mezzo rituale, è divenuto simbolo di protezione, ha assunto valore divino nei racconti biblici ed è diventato strumento di punizione per gli “empi”. Ma arrivò un momento in cui più di un artista scelse di rubare il fuoco al suo immaginario e donarlo all’arte, come un novello Prometeo, facendone un pennello o uno scalpello capace di distruggere e rimodellare la materia al tempo stesso.

La mostra è dedicata a sei diversi artisti che hanno fatto del fuoco uno dei loro strumenti principali, intessendo con esso rapporti singolari tanto quanto lo sono gli esiti dei loro processi artistici. Il percorso si snoda per sei sale, ognuna dedicata a un artista: Alberto Burri, Yves Klein, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani.

Con una scelta curatoriale precisa, ogni sala mostra le opere del suo artista, esponendo i risultati del lavoro e delle sperimentazioni, affiancati da filmati che riportano in scena il processo, la narrazione celata dietro le plastiche sciolte, le macchie scure e i legni bruciati. E se con Burri e Klein e Arman è riportato alla luce un processo fatto di lanciafiamme e bruciature, le ultime sale dello spazio espositivo accolgono l’arte da mangiafuoco di Calzolari e le opere e installazioni, sue e di Parmiggiani, che fanno del fuoco non strumento, ma soggetto, portando fiamme vive e danzanti in mostra.


Strumento e soggetto, ma in ultimo una menzione è dedicata alle opere composte attraverso i risultati delle fiamme stesse, due opere di Parmiggiani, realizzate con l’ausilio del fumo in un caso, o con materiali già bruciati nell’altro.
Enrico Macciò