Lo spazio scelto da Zuecca Projects per l’allestimento della mostra dedicata alla 20th Painting Action di Hermann Nitsch è Oficine 800: un luogo fresco in cui il vociare di Venezia, lo scroscio dell’acqua della Giudecca e i garriti dei gabbiani si azzerano.
Una volta entrati però, nonostante il silenzio rotto solo da un canto gregoriano, potrebbe capitare di rimpiangere l’irruenza veneziana. Infatti, dal 19 aprile al 20 luglio 2022, si apre agli occhi dei visitatori un’installazione dotata di altrettanta veemenza, in cui la domanda che sorge subito spontanea è: “Ma quel rosso è sangue?”.

Si tratta dell’intero corpus di opere derivanti dalla 20th Painting Action tenutasi presso il Palazzo della Secessione a Vienna nel 1987.
È la prima volta che in Italia viene esposta al pubblico l’intera collezione oggi di proprietà dell’imprenditore austriaco Helmut Essl, che attraverso la Galerie Kandlhofer di Vienna si è affidato a Zuecca Project per la realizzazione della mostra.

Dentro le due grandi Tese di Oficine 800, che si sviluppano per circa 50 metri ciascuna, è allestito alle pareti e a terra l’intero materiale usato durante la performance originaria: lenzuoli, tele e tuniche imbrattate di sangue, liquami e vernice rossa.

Grazie ad un video esclusivo della performance originale del 1987 si può osservare in che modo l’artista e i suoi collaboratori hanno agito nei 3 giorni di performance. Il colore, infatti, è stato schizzato (splatter painting) o fatto colare (pouring painting) sulle enormi tele – la più grande, appesa nella seconda Tesa, è 20×6 mt – e sulle tuniche bianche da loro indossate.

Volevo mostrare come le colature, gli spruzzi, le sbavature e gli schizzi di liquido di colore rosso possono evocare un’eccitazione intensa nello spettatore, portandolo a provare sensazioni molto forti[1].

Questa mostra si è immediatamente trasformata in un omaggio ad Hermann Nitsch, maestro dell’Azionismo Viennese e della Performance Art a causa della sua recente scomparsa, avvenuta proprio il giorno dell’inaugurazione della mostra.

Dell’odore che si poteva respirare alla Secessionhaus nel 1987 non è rimasta traccia. Ciò con cui il visitatore è chiamato a confrontarsi sono il dinamismo e l’eccitazione che hanno guidato i tre giorni di azione pittorica, di cui resta traccia nei segni rossi che oggi invitano alla contemplazione e ad una riflessione inevitabile sul presente più doloroso.

(E sì, negli schizzi di colore sulle tele Nitsch ha usato anche sangue, ma la maggior parte del rosso che si vede è vernice rossa).
Margherita Caselli
[1] Hermann Nitsch, die malaktionen 1960-1963. In: Hermann Nitsch. Das Orgien Mysterien Theater. Die partituren aller aufgeführten Aktionen (1960-1979), vol.1 Naples 1979, p. 29.