Jheronimus Bosch. Il narratore di altre realtà 

A Milano, fino al 12 marzo 2023, si può visitare la mostra Bosch e un altro Rinascimento a Palazzo Reale e non si può proprio perdere questa occasione. 

Jheronimus Bosch, Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, 1500 circa, olio su tavola, Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga © DGPC/Luísa Oliveira.

Si viene immediatamente accolti dal meraviglioso Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio (per la prima volta in Italia) e fin da questo primo incontro capiamo che dobbiamo arrenderci ai sortilegi che le opere boschiniane operano sugli osservatori. I mediatori culturali, di cui finalmente anche Palazzo Reale si è dotato, raccontano pazientemente la contestualizzazione delle opere e la portata dell’impatto che Bosch ha avuto ben oltre i confini dei Paesi Bassi, attraverso il dialogo con opere di altri artisti, epoche e luoghi. Il pittore fiammingo, infatti, ha avuto fortuna critica in Italia prima che nel paese natale, oltre ad aver influenzato il collezionismo (come possiamo capire dalla meravigliosa ricostruzione della wunderkammer a fine esposizione) con il gusto per queste creature bizzarre.

È un pullulare di figure a metà tra il mostruoso e il simpatico, eredi della cultura gotica di origine ma con un riscontro anche nel sud dell’Europa, in cui è sempre stata presente la figura grottesca. I curatori hanno saputo selezionare le – relativamente poche – opere per dare la possibilità ai visitatori di immergersi nella contemplazione di queste, che trasportano in spazi onirici e fantastici, con meta-livelli di lettura e di personaggi: più osservi, più ne trovi.

Bottega di Jheronimus Bosch, La visione di Tundalo, 1490-1525 circa, olio su tavola, Madrid, Museo Lázaro Galdiano © Museo Lázaro Galdiano, Madrid.

Siamo di fronte non ad una semplice retrospettiva, ma ad una complessa ricostruzione di un intero fenomeno con date, geografie, protagonisti e intrecci di questo Altro Rinascimento. Il focus della mostra è per questo pienamente centrato dai curatori Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e Claudio Salsi: in Europa è esistito un altro Rinascimento. Mentre in Italia si parlava un linguaggio classico, Bosch era già immerso nell’onirico e nel fantastico con un linguaggio anticlassico, tanto da farlo annoverare da alcuni come un surrealista ante litteram
Questa mostra ci fa riflettere sull’esistenza non solo di un altro Rinascimento, ma anche di altre realtà rispetto a quelle canonizzate. C’è sempre un’altra storia che merita di essere raccontata con la stessa veemenza della storia principale. La storia dell’arte ha ancora bisogno di mostre come questa che ci spieghino la sua tridimensionalità, spesso appiattita dai manuali e da una narrazione lineare.

Giulia Spriano

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