Da sempre il mondo dell’arte presenta una minaccia: le sottrazioni illecite. Che si tratti di quadri, manoscritti, cornici o libri antichi, il fenomeno dei trafugamenti artistici è remoto e assai diffuso e deriva da estorsioni ai danni di musei, collezioni private, chiese o scavi archeologici.
Un’indagine di Interpol riferita all’anno 2020 evidenzia come nel periodo di riferimento siano stati sequestrati a livello globale «854.742 beni culturali, inclusi oggetti numismatici (monete, denaro o medaglie), dipinti, sculture, oggetti archeologici e materiali librari» (Assessing Crimes Against Cultural Property 2020 – Survey of Interpol Member Countries, Settembre 2021).
Le autorità hanno iniziato ad avvalersi di mezzi di copertura mediatica per la facilitazione delle indagini. Le tipologie di documentazione a cui esse si affidano sono varie e le modalità nel tempo si sono evolute e sempre più affinate. In un primo momento le informazioni sui furti venivano diffuse principalmente tramite convegni e documenti cartacei, quali bollettini e manifesti; successivamente sono stati introdotti database dedicati all’inserimento di liste aggiornate in tempo reale delle sottrazioni illecite. Ancora più recentemente, sono state realizzate delle applicazioni per dispositivi mobili, in linea con gli obiettivi perseguiti dai database, raggiungendo un raggio spaziale più ampio in un tempo minore.
Database
I database consultabili attualmente si differenziano in banche date internazionali, banche dati nazionali e banche dati private.
Tra i principali database internazionali è importante evidenziare ICOM Red List e Interpol Stolen Works of art Database. ICOM Red List è la lista rossa delle antichità a rischio, in cui sono presenti le categorie di beni culturali dei paesi toccati in modo particolare da saccheggi e commercio illegale. L’Interpol Stolen Works of Art Database è il più grande database internazionale, in cui sono presenti più di 51.000 oggetti provenienti da 134 paesi appartenenti a Interpol. Per consultare la banca dati è necessaria una registrazione, gratuita e consentita a tutti.
Per quanto riguarda i database nazionali, svariate nazioni hanno deciso di adottare l’utilizzo di banche dati nel tentativo di combattere i furti d’arte. Uno dei più rinomati è il National Stolen Art File (NSAF), database ufficiale dell’FBI. In Italia, invece, il comando Tutela Patrimonio Culturale ha istituito la banca dati TPC.
Infine, la maggior parte dei database appartengono alla categoria di banche dati private, tra le quali Looted Art e The Art Loss Register (ALR). Quest’ultimo contiene più di 700.000 oggetti che vengono aggiunti dalle vittime di saccheggi, forze di polizia e altri. Le informazioni sono reperite da diverse banche dati, tra cui quella di Interpol. È evidente una correlazione tra le opere contenute nei database e la probabilità che esse vengano ritrovate; in particolare, in base ai dati di ALR, il tasso di ritrovamento è del 2,75%.
Esistono, poi, database più piccoli, legati ad una località specifica o ad una singola categoria di oggetti trafugati.
Applicazioni
Come complemento dei database, per un’accessibilità maggiore alle informazioni, sono state ideate delle applicazioni direttamente scaricabili sui cellulari degli utenti attraverso le quali, in modo facile e intuitivo, è possibile consultare le opere d’arte rubate in tempo reale e ovunque ci si trovi.
Tra le applicazioni scaricabili, è importante citare ID-Art, applicazione gestita dall’Interpol, direttamente collegata all’Interpol Stolen Art Database. Ideata nel 2016, l’app è stata lanciata nel 2021 ed è stata finanziata dalla Interpol Foundation for a Safer World. Qualsiasi utente può scaricarla sul proprio smartphone o tablet, interfacciandosi con una banca dati completa, composta da 52.000 opere attualmente registrate come rubate. È possibile effettuare la ricerca di una determinata opera attraverso un inserimento manuale di specifici dati o in modo visuale, inquadrando l’opera della quale si cercano informazioni. A differenza del database, l’utilizzo dell’applicazione non prevede una registrazione, perciò le attività degli utenti non verranno tracciate, mantenendo l’anonimato.

Anche in Italia è stata lanciata un’applicazione destinata alla prevenzione e al recupero dei crimini inerenti al mondo dell’arte, chiamata iTPC. L’obiettivo, come emerge dal comunicato stampa dedicato al lancio, è rendere fruibili i contenuti di grande interesse culturale sui dispositivi mobili permettendo a chiunque di contribuire alla lotta contro i reati ai danni del patrimonio culturale, supportando così l’attività investigativa dei Carabinieri del TPC nel recupero delle opere stesse.

Esistono, poi, tanti altri progetti dedicati alla copertura mediatica dei furti d’arte, che cercano di sfruttare la diffusione delle informazioni inerenti ai trafugamenti per il recupero delle opere sottratte illecitamente. Ognuna di queste fonti informative è volta al tentativo di migliorare la consapevolezza dei cittadini su questa tipologia di reato, aumentando la possibilità di ritrovamento delle opere: l’intera collettività, comprendendo la gravità della situazione e l’importanza del patrimonio culturale, può iniziare ad agire concretamente per salvaguardare i beni culturali.
Alice Giorato