La ‘casa della fotografia’ a Venezia si trasferisce dalla Casa dei Tre Oci, chiusa a ottobre dello scorso anno, alle Stanze della Fotografia, nelle Sale del Convitto di San Giorgio; si tratta di un’iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini con il fine di offrire alla città di Venezia, e non solo, un nuovo spazio di esposizione, ricerca e valorizzazione. In occasione dell’apertura delle Stanze, si è dato il via al programma espositivo con le mostre Venezia alter mundus di Alessandra Chemollo e L’operazione fotografica di Ugo Mulas.

In seguito alla conclusione della mostra Sabine Weiss. La poesia dell’istante (11 marzo-23 ottobre 2022), ha chiuso i battenti la Casa dei Tre Oci, che si era affermata negli ultimi dieci anni come riferimento principe per mostre di fotografia, workshop, conferenze, con un vasto programma incentrato su questa forma arte; la Casa dei Tre Oci riaprirà nel 2024 come sede europea del Bergruen Institute, passando definitivamente il testimone come ‘casa veneziana della fotografia’ alle Stanze della Fotografia, site a San Giorgio, più precisamente nelle Sale del Convitto.
Le Stanze sono state ufficialmente inaugurate il 29 febbraio 2023, come iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, due realtà culturali rilevanti per l’isola e il suo programma artistico e che affiancheranno le Stanze tanto nei progetti espositivi quanto nei progetti più propriamente di ricerca e valorizzazione. Il presidente della Fondazione Giorgio Cini, Giovanni Bazoli, ha sottolineato come da parte della Fondazione Cini sia da sempre stata attribuita grande attenzione e solido sostegno alla fotografia, tanto come forma d’arte, quanto come forma di documentazione storico-artistica, e ciò ha consentito di creare una delle più ricche fototeche del continente, che conta al suo interno quasi un milione di fotografie appartenute a storici dell’arte, antiquari, fotografi: si tratta di un patrimonio inestimabile – attualmente in corso di digitalizzazione – che potrà essere ulteriormente valorizzato e fruito all’interno di questa nuova sede.
Il programma delle Stanze riprenderà la vocazione multidisciplinare, interattiva ed educativa della Casa dei Tre Oci, con un palinsesto che prevede incontri e visite guidate con artisti e curatori, aperitivi fotografici, workshop, laboratori, aprendosi sempre più verso ospiti nazionali e internazionali. La continuità con la Casa si riscontra anche nella direzione artistica, affidata a Denis Curti, già direttore artistico della precedente sede dal 2012 e con una pregressa e ricca formazione ed esperienza nel campo della fotografia. La necessità di avere uno spazio dedicato esclusivamente all’arte fotografica discende, secondo Curti, dal fatto che «la fotografia è dotata di uno statuto particolare e specifico che la differenzia dalle altre arti visive. […] A noi continuano a interessare persone che usano la fotografia perché hanno qualcosa da dire ed è necessario capire come raccontare questi contenuti».
In concomitanza con l’apertura delle Stanze, sono state inaugurate due mostre: Ugo Mulas. L’operazione fotografica (dal 29 marzo al 6 agosto 2023) e Venezia alter mundus (dal 29 marzo al 4 giugno 2023); il programma proseguirà con una mostra antologica dedicata alla produzione di Paolo Pellegrin, nell’autunno del 2023, e la retrospettiva HELMUT NEWTON. LEGACY nella primavera del 2024. Le Sale del Convitto, un tempo adibite a magazzini della dogana, sono state oggetto di un massiccio lavoro di riallestimento e restauro, volto ad ampliare e valorizzare gli spazi: si è deciso di installare delle pareti movibili e rimodulabili, al fine di avere una massima flessibilità degli spazi espositivi per adattarli agevolmente a esposizioni differenti, nell’ottica sempre più urgente di una sostenibilità degli allestimenti e dell’impresa culturale.Nella prima delle mostre attualmente in corso, curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, si è voluto ricostruire la multiforme carriera di Ugo Mulas, scomparso cinquant’anni fa: in quella che si presenta come una delle più complete retrospettive mai realizzate su questo fotografo, sono esposti circa 300 scatti e documenti d’archivio – alcuni mai esposti prima–, divisi in tredici sezioni, la prima delle quali, Verifiche, presenta scatti in cui Mulas si interroga sullo statuto della fotografia, una metariflessione che apre le porte alla produzione del fotografo. Quello di Mulas è un approccio e una pratica che non può essere ricondotto a un unico genere, a un’unica categoria; le sezioni, caratterizzate da confini labili, scivolano una nell’altra senza soluzione di continuità e al visitatore può capitare di perdersi in questa produzione sconfinata, nella quale si incontrano volti noti, luoghi iconici e scatti che hanno fatto epoca: la cifra comune degli scatti è la ricerca costante della profondità della “quantità umana”.

Al primo piano de Le Stanze prende invece forma una celebrazione di Venezia, che viene magistralmente guardata e impressa nella sua vera essenza all’interno delle 60 fotografie di Alessandra Chemollo: luoghi e scorci noti al visitatore vengono offerti in scatti sospesi e Venezia appare un mondo altro, sospeso, complesso, analizzato in profondità per andare sotto la maschera di immagini ipercondivise e consumate che ormai l’avvolge. Chemollo porta a scoprire «così un altro aspetto di Venezia, un corteggio di specchi e di illusioni».

Le due mostre possono essere dunque viste come un omaggio alla città, in uno stretto e serrato dialogo tra un dentro e un fuori, che penetra attraverso le vetrate che si affacciano sulla laguna, un dialogo tra le Stanze e la città che ha nuovamente una casa per la fotografia; si stabilisce inoltre un confronto tra moderno e contemporaneo, passato e presente della fotografia e della città di Venezia, entrambe in rapida e continua evoluzione. La fotografia si riconferma, riprendendo le parole di Michele Smargiassi, «bene comune, come capitale sociale. Come superficie sensibile della collettività».
Costanza Mazzucchelli