LUCE DELLA MONTAGNA. La mostra che permette alla montagna di invadere la città

Fino al 25 giugno il Museo di Santa Giulia di Brescia ospita la mostra “Luce della montagna”, curata da Filippo Maggia, progetto di punta della sesta edizione del Brescia Photo Festival
Il progetto è l’unione di quattro personali, per un totale di circa 120 scatti legati alla fotografia della natura montana. Lo scopo della mostra, racconta Stefano Karadjov, Direttore di Fondazione Brescia Musei, è quello di “raccontare uno dei temi cardine della capitale italiana della cultura, la città-natura, attraverso il racconto dell’ambiente per definizione della provincia bresciana, quello alpino.”

Exhibition view Luce della montagna, Brescia, 2023; foto di Francesca Bignotti

La mostra si apre con le immagini scattate dall’alpinista Vittorio Sella tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, caratterizzate da incredibile nitidezza. I suoi quaranta scatti narrano la bellezza delle montagne, dalle nostre Alpi e Dolomiti fino alla lontana Alaska, passando anche per l’India, il Buthan, il Tibet. Il risultato è un viaggio celebrativo che collega tutto il mondo montano. 

Vittorio Sella, Ultimo picco del Cimon della Pala (San Martino di Castrozza), 26 agosto 1891, Courtesy Fondazione Sella, Biella

Altri quaranta scatti raccontano le Ande, Macchu Picchu, Pisac, Kenko e Sacsayhuamán grazie agli scatti del fotografo peruviano Martin Chambi. Il focus dell’autore è sì rivolto alle vedute andine, ma è soprattutto un racconto etnografico che traccia un’immagine chiara della vita durante i primi decenni del Novecento nei territori da lui immortalati. 

Martín Chambi, Senza titolo (Winay Wayna), 1941 circa ©Asociación Martín Chambi

Si vola poi verso il West d’America con Ansel Adams che cattura i maestosi paesaggi naturali dei parchi nazionali americani, con una narrativa legata alla natura incontaminata. Dopo il suo primo viaggio a 16 anni a Yosemite Park, Adams scoprirà il suo lato ambientalista, volto alla tutela dei parchi contro la minaccia dei disboscamenti.

Si conclude con il viaggiatore, ciclista e fotografo Axel Hütte che, con i suoi scatti analogici, presenta la monumentalità della montagna. Le sue venti fotografie, dalle grandi dimensioni, sono state scattate durante i suoi viaggi ma, in occasione proprio della mostra a Brescia, ha presentato degli scatti inediti realizzati sulle Alpi, dall’Adamello alla Presanella: due di queste opere sono inoltre state acquistate dalla Fondazione e resteranno quindi nella città di Brescia. 

Axel Hütte, Pietra Grande, 2022, ©Axel Hütte

Un’esposizione, con tesori del patrimonio naturalistico immortalati da grandi maestri e pionieri, che ripercorre l’evoluzione della fotografia montana contemporanea.

Francesca Bignotti

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