Tra recupero e innovazione. La ceramica contemporanea di POL a Palazzo Sturm

La personale di POL Polloniato ci porta a riflettere sul medium della ceramica, sul territorio, sul rapporto col passato e sul tema della sostenibilità.

POL Polloniato, Busto di bambina, dettaglio, 212 x 16 x h 37 cm, terra bianca in monocottura, Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2022.

Bassano del Grappa si tinge di bianco: in concomitanza con la mostra in occasione del bicentenario dalla morte di Antonio Canova, Palazzo Sturm presenta Il bianco senza tempo, esposizione curata da Elena Forlin che raccoglie le opere di Paolo Polloniato, in arte POL. Polloniato, classe 1979, proviene da una famiglia di ceramisti residente a Nove, piccolo paese del bassanese celebre per la vetusta tradizione nell’ambito della ceramica. Nel 2008, fresco di diploma conseguito all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, il ritorno al paese natale lo pone dinnanzi ad una situazione drasticamente mutata: il settore manifatturiero locale della ceramica sta attraversando una profonda crisi, molte officine sono state chiuse e le matrici lasciate a impolverarsi. Questa realizzazione ha spinto l’artista a riflettere sul medium della ceramica, sul passato e sul concetto di recupero.

Exhibition view della prima sala, Il bianco senza tempo (Palazzo Sturm, Bassano del Grappa (VI), 24 settembre 2022 – 26 febbraio 2023, a cura di Elena Forin), Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2022.

Non è un caso che sia stato designato Palazzo Sturm per accogliere Il bianco senza tempo dal 24 settembre 2022 al 26 febbraio 2023: il rinomato palazzo storico bassanese ospita, infatti, la corposa collezione di ceramiche di Giuseppe Roi. Al quarto piano si dipana una selezione dal corpus artistico quindicennale di POL, il quale spazia dalle prime sperimentazioni del 2008 ad opere di più recente produzione risalenti all’anno corrente. Il progetto è stato concepito appositamente da Polloniato per il luogo espositivo. L’esposizione si divide in cinque sale e segue un andamento progressivo in base alla ricerca dell’artista.

POL Polloniato, Tritone con vista (Modello Barettoni già Antonibon), 58 x 28 x h 43 cm, terra bianca con decoro sotto vernice, Photo credit Alberto Parise, Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2011.

Il percorso si apre con le serie dei Capricci contemporanei e dei Mutanti: le opere facenti parte di quest’ultimo gruppo fungono da raccordo con la stanza successiva, ove il concetto si trova ulteriormente sviluppato. I Capricci sono l’esito di una riflessione sulla crisi del settore della ceramica nel territorio. Essi nascono dal connubio fra il recupero del patrimonio locale e scorci paesaggistici raffiguranti spazi urbani con officine cadute in disuso: in queste opere l’utilizzo di calchi provenienti da manifatture storiche si unisce ad un elemento pittorico, delineato sulla scia della consolidata tradizione iconografica dei “capricci”. Emblematico è Tritone con vista, opera modellata sul medesimo calco di Versatoio, un manufatto proveniente dalla storica produzione degli Antonibon ed esposto nel piano nobile di Palazzo Sturm nel Museo della Ceramica G. Roi.

POL Polloniato, Rebirth Tankshow #3, dettaglio, 33 x 18 x h 36 cm, terra bianca con smalto ceramico, Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2019.

Nei Mutanti o Metaforme, invece, si assiste ad una visione del recupero decisamente più complessa: le opere si trasformano in un agglomerato di suggestioni formali figlie della tradizione ceramista autoctona, delle ibridazioni che racchiudono in sé componenti biologiche, decorative e scultoree. Ci si trova dinnanzi a forme spiazzanti ed inedite che collidono con l’utilizzo prettamente funzionale dei manufatti in ceramica: strutture dal gusto architettonico costellate lungo la superficie da molteplici elementi protrudenti, entità concettuali frutto della riflessione sullo scarto. Queste sculture in ceramica presentano, infatti, protuberanze di figure zoomorfe, antropomorfe ed inorganiche.

POL Polloniato, L’ultima cena, 300 x 90 cm, terra bianca in monocottura, legno, Photo credit Alberto Parise, Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2022.

La serie dei Pieniarendere si sviluppa nelle ultime tre sale dell’esposizione. Il nome di questo corpus è significativo in quanto rielabora la locuzione “vuoto a rendere”, pratica ecologica che consiste nella restituzione di un contenitore vuoto al fornitore in modo che possa essere riutilizzato. Rebirth Tankshow #3, opera ubicata nella seconda stanza, può esser vista come un’introduzione concettuale al ripensamento ulteriore sulla tematica dello scarto e conseguentemente sulla sostenibilità, visibile negli ambienti seguenti. Questa intuizione è constatabile dal punto di vista formale: POL, infatti, abbandona la texture rifinita a favore di superfici ruvide, materiche. La relazione fra contenitore e contenuto vede la contrapposizione fra forme vagamente riconoscibili nel complesso, ricavate da calchi di manifatture locali e un’esecuzione eterogenea, indefinita. Questo rapporto è indagato talora attraverso oggetti di uso quotidiano visivamente fragili ed inutilizzabili o attraverso moduli iconografici celebrativi come il mezzobusto ed il ritratto scultoreo, i quali ben si prestano ad una riflessione comparata con l’operato del Canova e l’ideale di perfezione neoclassica visibili nella mostra collaterale al Museo Civico. La scelta cromatica delle opere di Polloniato non è casuale, in quanto si pone in dialogo col passato scultoreo, pur rompendone le convenzionalità.

Exhibition view della quinta sala, Il bianco senza tempo (Palazzo Sturm, Bassano del Grappa (VI), 24 settembre 2022 – 26 febbraio 2023, a cura di Elena Forin), Courtesy of Musei Biblioteca Archivio (MBA) di Bassano del Grappa, 2022.

Il bianco senza tempo e, in generale, la ricerca artistica di Pol Polloniato costituiscono senza dubbio una ventata d’aria fresca nel panorama artistico bassanese, in quanto dissipano l’idea ancora troppo diffusa che la ceramica sia un’arte minore, funzionale o semplicemente decorativa. Svariati artisti hanno già ampiamente dimostrato come la ceramica possa andare oltre il mero aspetto utilitario e farsi veicolo di istanze più alte; nonostante ciò, all’occhio comune, questo giudizio erroneo permane. Il fatto che questa esposizione si tenga in un territorio così pregno di tradizione in questo settore è fondamentale. Uno sguardo rivolto al passato, proiettato al contempo verso il futuro.

Greta Cavalli

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