Itinerario IV: Ecologismo

Itinerario IV: Ecologismo e Antropocene

Nell’era contemporanea, l’uomo sta gradualmente passando dall’essere il protagonista di una visione antropocentrica al considerare sé stesso come soltanto uno dei numerosi esseri viventi che popolano l’ecosistema terrestre. Oggi l’uomo si inserisce consapevolmente nell’antropocene, ovvero nell’epoca iniziata quando le scoperte scientifiche e tecnologiche degli uomini hanno cominciato ad avere un’influenza sull’evoluzione della vita e dell’ambiente, portando allo sfruttamento di materie prime e all’estinzione delle specie. 
Interviene qui il concetto di ecologismo: qual è il ruolo dell’uomo in relazione alla vita della Terra? Molti degli artisti della Biennale cercano una risposta a questo interrogativo, con la consapevolezza di avere, come esseri umani, un debito nei confronti dell’ecosistema che ci ha accolto.

Chun Kwang Young: Times Reimagined – Collaterale

In un perfetto dialogo con questa sede storica, Chun Kwang Young espone rilievi, sculture e installazioni che riproducono elementi informi e sagome naturali, sottolineando l’importanza della biodiversità e aprendo una riflessione sul tempo. I suoi lavori sono assemblaggi di piramidi realizzate in hanji, una carta capace di resistere oltre mille anni e di sopravvivere al tempo, nello stesso modo dell’arte. La carta utilizzata è, inoltre, il prodotto del riciclaggio artigianale di libri antichi, con cui l’artista innesca un ciclo capace di rendere eterna la durata di questo materiale. Come si evince dal titolo, nel gesto artigianale di recupero di questa carta tradizionale e nella minuziosità dell’assemblaggio, l’autore sceglie di riappropriarsi del tempo, simbolo di attenzione e cura della simbiosi uomo-ambiente. Ad affiancare la personale, il padiglione in legno e tessuto progettato da Stefano Boeri, la Hanji House, che riprende la tradizione degli origami da una parte e le sperimentazioni di Aldo Rossi dall’altra.

Palazzo Contarini di Polignac – Venezia
Dal 23/04/2022 al 27/11/2022
Curatori: Yongwoo Lee, Manuela Lucà-Dazio, Liyin Wang.

Mónica de Miranda: No longer with the memory but with its future – Oratorio S. Ludovico

Nel suggestivo oratorio di San Ludovico illuminato da neon verdi, posto come un altare, viene proiettato il video Path to the Stars (2022) dell’artista portoghese di origine angolana. Il titolo dell’opera si ispira alla poesia omonima del politico anticolonialista angolano, Agostinho Neto, giocando così su temi sociali, etnici e ambientalisti. Nell’incipit, la protagonista con abiti militari attraversa il fiume Kwanza, il più lungo dell’Angola, simbolo del ramo narrativo su cui si dispiega l’intero racconto: tra sovrapposizione di suoni, periodi e storie. Il passato, rappresentato dalle lotte coloniali, si intreccia con la rappresentazione della donna nel presente e con la sua ipotetica trasposizione futura, rappresentate da un progressivo allontanamento dalla natura e dalla alienante difficoltà nel raggiungere una simbiosi con l’ambiente. L’opera di video-arte è affiancata da fotografie che riflettono sulla relazione tra femminilità ed ecosistema e da una scritta che, riprendendo il titolo, ci ricorda che l’occhio con cui il passato vede (e pensa) al futuro condiziona inevitabilmente il modo in cui oggi guardiamo al passato.

Oratorio San Ludovico, Calle dei Vecchi, Dorsoduro 2552 – Venezia
Dal 23/04/2022 al 29/05/2022
Curatrice: Paula Nascimento

Rony Plesl: Trees grow from the Sky – Collaterale

Rony Plesl, esperto conoscitore delle tecniche di modellazione del vetro, torna a Venezia, luogo in cui si è formato ed espone per la prima volta le sculture realizzate con l’innovativa tecnologia “Vitrum Vivum” in collaborazione con Jiri Sin. Questa tecnica permette di annullare qualsiasi limite nel dar forma a questo materiale, permettendo la realizzazione di tre perfetti alberi verticali al centro della navata della chiesa rinascimentale di Santa Maria della Visitazione. La loro corteccia è una perfetta riproduzione naturalistica di una quercia dell’età di 80 anni, precisione accentuata anche dai dettagli percepibili al tatto, mentre la loro superficie trasparente invita il visitatore a guardare alla vera essenza della natura. Un altro albero è, invece, collocato in posizione orizzontale come una linea d’orizzonte e si mostra come una colonna con bassorilievi che riproducono ripetutamente il corpo di Cristo, perfettamente illuminata da una luce trascendentale. Seguendo le istanze di Comenio e le opere di Friedrich, l’artista mostra come sia possibile una fusione tra il gesto più alto dell’uomo, l’arte, e la natura, fragile come il vetro, ma capace di nascere dal cemento e, sin dagli albori, dal Cielo.

Chiesa di Santa Maria della Visitazione, Fondamenta Zattere ai Gesuati – Venezia
Dal 23/04/2022 al 27/11/2022
Curatrice: Lucie Drdova

Radicants: PLANET B Climate Change and the New Sublime – Palazzo Bolani

L’evento rappresenta la prima mostra del nuovo collettivo Radicants, fondato da Nicolas Bourriaud e Cyrille Troubetzkoy, Barbara Lagié e Kuralai Abdukhalikova. Come si evince dal titolo, l’obiettivo dell’esposizione è quello di rimessa in discussione del concetto di sublime romantico con il filtro della contemporaneità e della nuova coscienza ambientalista. Il piacere connotato dalla paura che andava a definire il sublime del XVIII secolo, ora rappresenta la categoria estetica che meglio aderisce all’Antropocene: l’ambiente non è più lo sfondo dell’umano, ma è protagonista avvolgente e pronto a riprendersi i propri spazi a discapito dell’uomo. La mostra ospita 28 artisti e si divide in tre atti: Every exhibition is a forest (20/4-26/6), Charles Darwin and the coral reefs (8/7-26/8) e The tragic death of Nauru Island (8/9-27/11). La prima sezione, visitabile in questo momento, ospita opere in grado di immergere e disorientare lo spettatore in differenti ecosistemi, in cui il vegetale si mescola con l’umano.

Palazzo Bolani, Castello 3647 – Venezia
Dal 20/04/2022 al 27/11/2022
Curatore: Nicolas Bourriaud

Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze: I pity the garden – Partecipazione nazionale della Georgi

La Georgia sceglie di dar voce al duo artistico Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze con la mostra I pity the garden, titolo ispirato ai versi della poetessa iraniana Forugh Farrokhzad, dedicati al rapporto tra una donna e l’ambiente che la circonda. Su questa ispirazione, gli artisti propongono un’installazione video e un’esperienza in Realtà Virtuale, entrambi dedicati al futuro nell’Antropocene e al concetto di fine. Nel mondo virtuale totalmente disorientante, lo spettatore è libero di muoversi in una perfetta e stereotipata distopia cinematografica: le strade sono svuotate, i supermercati sono invasi da insetti e sono rimaste solo le conseguenze che l’uomo ha provocato, mentre il Ghosts Garden ospita le piante ormai estinte. Tuttavia, spiegano gli artisti, per chi è nato negli anni del crollo dell’Unione Sovietica, la sensazione di fine è un aspetto che fa parte della loro Storia e, da tutto ciò, hanno imparato che la fine non prevede solamente una scomparsa, ma anche un nuovo inizio, quello che non sappiamo se sarà concesso anche all’uomo.

Spazio Punch, Fondamenta S. Biagio 800/O, Giudecca
Dal 23/04/2022 al 27/11/2022
Curatori: Giorgi Spanderashvili, Khatia Tchokhonelidze, Vato Urushadze

Federica Gomiero

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