Sanaa Gateja, anche noto come “The Bead King”

Per apprezzare a pieno il lavoro di Sanaa Gateja è necessario rallentare un po’. Le sue opere sono infatti visivamente complesse, da decifrare, e cambiano morfologia a seconda della distanza dalla quale si osservano. Si tratta di arazzi di grandi dimensioni composti da migliaia di piccole perline fatte di carta riciclata – da giornale, riviste, cartelloni pubblicitari e volantini – e il risultato è una sorta di puntinismo materiale. Ogni perlina contiene parole, immagini, storie che l’artista considera come dei segreti: ognuna di esse è perciò un piccolo talismano. Lavora con l’idea della unit construction: ogni perlina è un’unità a sé stante, una piccola scultura e l’accostamento di una all’altra porta ad una costruzione di significato e di valore. 

Sanaa Gateja, Thirst, no data, carta, acrilici, tinte naturali, tessuto di corteccia, 230 × 150 cm. Courtesy: Karma Los Angeles

Gateja ha imparato questa tecnica nel Regno Unito, luogo dove ha abitato dopo aver passato un periodo a Firenze, e l’ha poi importata in Uganda. Ha iniziato così a insegnare e tramandare questa tradizione, dando modo a molte donne di lavorare fin dagli inizi degli anni Novanta. La comunità è alla base del suo lavoro: per la condivisione di competenze, l’insegnamento e il tutoraggio che hanno portato alla creazione di nuove opportunità di lavoro nelle aree rurali, l’artista è stato premiato con il Bayimba Honors nel 2016 per il lavoro filantropico. Non si può negare che Gateja metta in pratica l’etica Ubuntu, una filosofia che si concentra sull’armonia del mondo praticata attraverso la lealtà e che indica un sentimento di benevolenza verso il prossimo. Nell’africa sub-sahariana è un’etica che viene spesso seguita, diventando vero e proprio modo di vivere. 

58th Carnegie International: Is it morning for you yet?, installation view, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, 24/09/2022 – 02/04/2023. Courtesy: Karma Los Angeles

I suoi lavori sono frutto di un processo di upcycling: la carta non viene semplicemente riciclata, ma il suo valore viene aumentato grazie ad un processo che si lega alla creatività e all’innovazione. Le perline di carta vengono cucite su un tessuto di corteccia, un materiale tradizionale che viene prodotto martellando la corte d’albero in fogli malleabili e verso cui l’artista nutre un profondo rispetto:

Il tessuto di corteccia è la mia tela. È sotto le perline. Questa tela è stata un tessuto tradizionale per molti secoli. I cristiani lo condannarono. Lo associavano agli uomini della medicina. È un peccato. È un tessuto meraviglioso. Mi ispira. Interpreto subito uno schizzo sulla stoffa. Lo vedo lì. Potrei portare uno schizzo preliminare e metterlo da parte, ma sul tessuto di corteccia succede qualcos’altro

Interview: Sanaa Gateja by Marcus Civin

Sanaa Gateja, Ripe, 2022, carta, acrilici, tinte vegetali su tessuto di corteccia, 195 × 168 cm. Courtesy: Karma Los Angeles

Sconvolgendo le distinzioni convenzionali tra figurazione e astrazione, tra opera bidimensionale e scultura, i pezzi vorticosi e simili a mosaici che ne risultano tracciano invece connessioni affettive tra le persone e l’ambiente circostante. La sua pratica riflette sia le sue radici che i suoi viaggi globali, fondendola tradizione dell’Uganda con tecniche apprese  in altre zone del mondo.

Quest’anno Gateja partecipa per la prima volta all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Il padiglione Uganda, giunto alla sua seconda partecipazione, è curato da Acaye Kerunen, ed è intitolato Wan Acel. Tuli Bamu. Turibamwe. We Are One. Il tema principale riguarda il senso di comunità, esplorato dagli artisti ed emerso anche dallo sforzo necessario per riuscire a presentare il padiglione. Un senso di comunità che si esplica anche nei confronti del pianeta, le cui risorse vengono utilizzate in maniera etica e responsabile da tutti gli artisti. Le opere di Gateja (Secured, Sanctuary e Own Opinion) attirano l’attenzione e accolgono il visitatore con il loro colpo d’occhio. 

Wan Acel. Tuli Bamu. Turibamwe. We Are One. Partecipazione Nazionale dell’Uganda, 60esima Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia. Exhibition view. Foto: Alberto Pagliuca. Courtesy: Venice Art Factory

Giulia Spriano

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